A mani nude nella palude: Robert Keszey arrestato per traffico illecito di rettili

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A mani nude nella palude: Robert Keszey arrestato per traffico illecito di rettili

Vi siete mai chiesti che fine hanno fatto i fratelli Keszey di “A mani nude nella palude”, programma televisivo trasmesso in Italia da Dmax? A differenza di molti altri format docu-drama come il “Banco dei pugni” o “Rimozione forzata” che stanno spopolando, sfornando sempre nuove stagioni; “A mani nude nella palude” è sparita dai palinsesti a causa di un’inaspettata cancellazione. Scopriamo il perché.

Già da qualche anno il canale televisivo Dmax trasmette programmi dedicati al mondo dei rettili, tra questi vi era “A mani nude nella palude” format televisivo basato sulle vicende dei fratelli Keszey proprietari dell’allevamento Glades Herp Farm in Florida.

Il programma originariamente intitolato “Swamp Brothers” trasmesso da Discovery Channel nel 2013 è stato improvvisamente cancellato a causa di un accusa per traffico illecito di rettili a carico di Robert Keszey e del suo socio Robroy MacInnes.

I due tra il 2006 e il 2008 avrebbero: raccolto illegalmente serpenti protetti nelle zone selvagge della Pennsylvania e del New Jersey, acquistato serpenti a sonagli orientali sempre prelevati illecitamente nelle zone di New York e trasportato esemplari di serpente indaco orientale,  specie inserita nella Endangered Species Act, dalla Florida e della Pennsylvania.

Tali accuse si sono poi tramutate in una condanna per “associazione a delinquere e traffico di serpenti in via di estinzione”, pervenuta da un giudice federare di Philadelphia che ha condannato  Robert Keszey a 12 mesi di carcere e tre anni di libertà vigilata, più una multa di 2000 dollari. Al suo socio, Robroy MacInnes, sono invece toccati 18 mesi di carcere, tre anni di libertà vigilata e una multa di 4000 dollari.

Le prove che l’accusa ha portato in aula hanno dimostrato che i serpenti a sonagli in questione sono stati destinati al mercato europeo, dove un unico serpente a sonagli orientale può valere fino a 800 dollari. Gli Indaco orientali invece, sono stati smistati nel mercato interno, dove un unico serpente può essere valutato anche 1.000 dollari. Oltre al traffico di animali illegali, gli imputati hanno tentato di convincere un testimone a non fornire al governo informazioni riguardanti i loro rapporti illegali.

Il caso è stato esaminato dal US Fish and Wildlife Service – Ufficio di applicazione delle normative, con l’assistenza del Dipartimento di conservazione ambientale di New York  e perseguito dal Trial Attorney Patrick M. Duggan della sezione reati ambientali del Dipartimento di Giustizia e Ambiente Divisione Risorse Naturali, nonchè dall’ assistente procuratore Mary Kay Costello dell’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Orientale della Pennsylvania.

Fonte: The United States – Department of Justice

In copertina: photo credit: Johnx (license)

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